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Presi bene 2.0: la rassegna estiva di Libera Bologna nel bene confiscato

Il 3 giugno prende il via la seconda edizione di “Presi bene”, la rassegna estiva di Libera Bologna a Villa Celestina, primo bene confiscato ad essere riutilizzato a fini sociali nel comune di Bologna, tra incontri, dibattiti, concerti e spettacoli fino al 24 luglio.

COMUNICATO STAMPA LIBERA BOLOGNA 1 giugno 2021

Presi bene 2.0: parte la rassegna estiva di Libera Bologna nel bene confiscato
Il 3 giugno prende il via la seconda edizione di “Presi bene”, la rassegna estiva a Villa Celestina, primo bene confiscato ad essere riutilizzato a fini sociali nel comune di Bologna, tra incontri, dibattiti, concerti e spettacoli fino al 24 luglio.


Ogni settimana da inizio giugno a fine luglio, il giardino di Villa Celestina, primo bene confiscato ad essere riutilizzato a fini sociali nel comune di Bologna, sarà aperto per “Presi bene 2.0”. La rassegna estiva di Libera Bologna ospiterà incontri, dibattiti, concerti e spettacoli ogni giovedì, venerdì e sabato dal 3 giugno al 24 luglio. Novità di questa seconda edizione è l’EquoBar: il bar gestito da ExAequo Bottega del Mondo e dai volontari di Libera Bologna, con prodotti etici e solidali.

Nel giardino di via Boccaccio 1, a pochi passi da Porta San Mamolo, dalle 18 alle 22 si susseguiranno concerti, dai GIALLORENZO a Le Endrigo, dagli Archam ad Atlante; spettacoli teatrali, a partire da “La Spremuta” di Beppe Casales, che racconta il rapporto coi migranti, la mafia e il concetto di lavoro; presentazioni di libri – in programma a giugno la presentazione de “I martiri dell’America Latina difensori della Terra” di Salvatore Inguì, che racconta la lotta per la giustizia ambientale e climatica -; eventi di poesia, come “Paesi in Versi e Musica”, organizzato da Hayat onlus in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, e letture: a giugno sono due gli eventi organizzati in collaborazione con We Reading: il rapper Kiave con “L’animale dentro”, dalle strofe del rap italiano ai poeti dell’antimafia e il fotografo Michele Lapini legge “La luce crudele – fotografia e violenza politica” di Susie Linfield.
Il programma di giugno di Presi Bene 2.0 è disponibile a questo link.

Il bene confiscato sarà così animato di musica e poesia, lettura e discussioni, con serate aperte a tutte e tutti: “Presi bene – afferma il referente di Libera Bologna Andrea Giagnoriorientra in un percorso ampio di riutilizzo a fini sociali dello spazio confiscato più di dieci anni fa e che da due anni è in gestione a Libera grazie a un patto di collaborazione con il Comune di Bologna. La scelta è, ancora una volta, quella di riprendere un bene confiscato e aprirlo a tutte e tutti. Quella di riaprire un giardino e costruirlo insieme a tante e tanti. Perché Villa Celestina è un bene confiscato segno della presenza criminale e mafiosa a Bologna, ma oggi, e speriamo sempre più, è anche il segno di una cittadinanza che si riappropria di un luogo che era mafioso e oggi è uno spazio aperto e condiviso”.

La storia e il futuro di Villa Celestina
Il bene, un complesso immobiliare in via Boccaccio, appena fuori dal centro di Bologna, è stato confiscato in via definitiva nel 2008 a Giovanni Costa, condannato per il reato di riciclaggio aggravato, a seguito di operazioni finanziarie portate a termine anche per conto della famiglia mafiosa dei Montaldo di Villabate. Nel 2018 il bene è stato assegnato al Comune di Bologna e, dal 2019, il giardino è gestito da Libera Bologna, grazie a un patto di collaborazione. Poche settimane fa Matteo Lepore, assessore al Patrimonio, ha annunciato che il Comune di Bologna stanzierà 3,5 milioni di euro per ristrutturare completamente Villa Celestina: l’edificio principale è infatti completamente da ricostruire e l’ex casa del custode da ristrutturare. Dopo oltre dieci anni dalla confisca, Villa Celestina sarà così il primo bene confiscato ad essere riutilizzato a fini sociali nel comune di Bologna: sarà infatti utilizzato per la transizione abitativa. Una scelta che per Libera è fondamentale: “Mentre i beni sequestrati e confiscati a Bologna aumentano – afferma Andrea Giagnorio – riutilizzare a fini sociali uno di questi luoghi significa rendere visibile la presenza mafiosa e criminale nella nostra città. Significa andare nella direzione che abbiamo auspicato in tutti questi anni: rendere i beni confiscati luoghi di giustizia sociale, al servizio della collettività, nella direzione opposta rispetto a quella che lo spazio aveva nelle mani mafiose e criminali. Da bene criminale a bene comune. Da luogo abbandonato per tanti anni a bene che racconta una storia: quella degli affari mafiosi nella nostra città e quella delle risposte ai bisogni e
ai diritti di tutte che i beni riutilizzati a livello sociale possono dare
”.


Per maggiori informazioni:
Sofia Nardacchione – Ufficio stampa Libera Bologna
informazione.bologna@libera.it I 3206971459

Libera Bologna – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Via Pietralata 58, 40122 – Bologna
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