CERCA

Cerca i contenuti all'interno del sito

TROVA COOPERATIVA
NOTIZIE
GLI ERBICIDI A BASE DI GLIFOSATO CAUSANO LEUCEMIA IN GIOVANE ETÀ: PRESENTATI GLI STUDI DEL RAMAZZINI

Comunicato stampa 28 ottobre 2023

Gli erbicidi a base di glifosato causano leucemia nei ratti in giovane età: presentati i risultati dello studio internazionale dell’Istituto Ramazzini in chiusura dei Ramazzini Days 2023


Lo studio tossicologico internazionale Global Glyphosate Study ha dimostrato che basse dosi di erbicidi a base di glifosato causano leucemie nei ratti. È importante notare che la metà dei decessi per leucemia identificati nei gruppi di studio trattati con glifosato e con erbicidi a base di glifosato si è verificata in giovane età.

I primi dati sulla cancerogenicità del Global Glyphosate Study sono stati presentati alla conferenza scientifica internazionale “Ambiente, lavoro e salute nel 21° secolo, strategie e soluzioni ad una crisi globale”, tenutasi a Bologna il 25 ottobre in chiusura dei Ramazzini Days. Il glifosato è il diserbante più usato al mondo e si trova regolarmente in alimenti, acqua e campioni umani.

In questo studio a lungo termine, il glifosato da solo e due formulazioni commerciali, il Roundup BioFlow (MON 52276) usato nell’UE e il Ranger Pro (EPA 524-517) usato negli Stati Uniti, sono stati somministrati ai ratti attraverso l’acqua da bere a partire dalla vita prenatale, a dosi di 0,5, 5 e 50 mg/kg di peso corporeo/giorno. Queste dosi sono attualmente considerate sicure e corrispondono alla dose giornaliera ammissibile (DGA) per l’uomo.

Daniele Mandrioli, coordinatore del Global Glyphosate Study e direttore del Centro di Ricerca dell’Istituto Ramazzini, ha dichiarato  che “circa la metà delle morti per leucemia osservate nei ratti esposti a glifosato e agli erbicidi a base di glifosato si sono verificate a meno di un anno di età.

Al contrario, non sono stati osservati casi di leucemia al di sotto dell’anno di età in più di 1600 ratti Sprague-Dawley dei controlli storici del Nationa Toxicology Program (NTP) degli Stati Uniti e dall’Istituto Ramazzini”.

Il Global Glyphosate Study è lo studio tossicologico più completo mai condotto sul glifosato e sugli erbicidi a base di glifosato. Fornisce dati fondamentali per le autorità regolatorie, i decision-makers e il pubblico in generale. Esamina l’impatto del glifosato e degli erbicidi a base di glifosato sulla cancerogenicità, la neurotossicità, gli effetti multigenerazionali, la tossicità d’organo, l’alterazione del sistema endocrino e la tossicità dello sviluppo prenatale. La pubblicazione di diversi articoli peer-reviewed dello studio è prevista a partire dall’inizio del 2024.

“Questi risultati sono così importanti per la salute pubblica che abbiamo ritenuto fondamentale presentarli ora, anticipando la pubblicazione. I dati completi saranno resi disponibili e sottomessi per la pubblicazione nelle prossime settimane”, ha concluso Mandrioli.

I risultati dello studio sulla tossicità del glifosato per il microbioma, pubblicati su rivista scientifica peer-reviewed alla fine del 2022 e presentati al Parlamento dell’UE nel 2023, hanno mostrato effetti negativi anche a dosi attualmente considerate sicure nell’UE (0,5 mg/kg di peso corporeo/giorno, equivalente alla dose giornaliera ammissibile dell’UE).

Il Global Glyphosate Study ha pubblicato in precedenza uno studio pilota che ha evidenziato una tossicità endocrina e riproduttiva nei ratti a dosi di glifosato attualmente considerate sicure dalle agenzie regolatorie negli Stati Uniti (1,75 mg/kg di peso corporeo/giorno). Questi risultati sono stati successivamente confermati in una popolazione umana di madri e neonati esposti al glifosato durante la gravidanza. Lo studio, coordinato dall’Istituto Ramazzini, è frutto della collaborazione tra scienziati provenienti dall’Europa, dagli Stati Uniti e dal Sud America, aspetto che dà ancora maggior peso ai risultati. Allo studio partecipano infatti scienziati della Icahn School of Medicine at Mount Sinai, della George Mason University, dell’Università di Bologna, dell’Università di Copenaghen, del Boston College, dell’Istituto Nazionale della Sanità, dell’Università Federale del Paranà, dell’Università della California Santa Monica.

L’Istituto Ramazzini è una cooperativa con 35mila soci, le cui attività contribuiscono a sostenere gli studi del Centro di Ricerca sul Cancro, uno dei più autorevoli al mondo, alcuni dei quali hanno dimostrato la nocività di tanti composti che sono stati messi al bando.

Qui è possibile trovare il comunicato nella versione in inglese: https://glyphosatestudy.org/press-release/global-glyphosate-study-reveals-glyphosate-based-herbicides-cause-leukemia-in-early-life/