25 novembre 2023
Dal sito Cadiai
https://www.cadiai.it/smettiamo-di-rispondere-allemergenza-e-costruiamo-comunita-educanti/
SMETTIAMO DI RISPONDERE ALL’EMERGENZA E COSTRUIAMO COMUNITÀ EDUCANTI
Il ruolo della cooperazione nel contrasto alla violenza di genere
Con “comunità educante” si fa riferimento all’idea che l’educazione di una persona non sia responsabilità esclusiva di un singolo ambito o istituzione, ma coinvolga diverse risorse presenti nella sua vita. Queste risorse includono la famiglia, la scuola, i compagni di classe, gli educatori e altri ambienti sociali: l’apprendimento e lo sviluppo del singolo sono plasmati dalle interazioni ed esperienze relative ai diversi contesti. La collaborazione tra questi elementi può contribuire a un processo educativo più sano e integrato.
In questo contesto, in cui l’attualità ci porta a ragionare sulla prevenzione della violenza di genere, il concetto di comunità educante va a scardinare la convinzione che per costruire l’identità, anche affettiva, di un individuo basti il solo contesto familiare o un percorso scolastico ma responsabilizza l’intera collettività per promuovere una cultura di rispetto, uguaglianza di genere e consapevolezza delle problematiche legate alla violenza contro le donne.
La presenza sul territorio di figure professionali che hanno il compito di ascoltare e accogliere le realtà e le energie presenti, favorisce le connessioni tra scuola, servizi, enti e famiglia per rinforzare le capacità di tutte e tutti e investire nelle potenzialità di ragazze e ragazzi e sulla responsabilità nell’aver cura di sé, degli altri e dei proprio contesti di vita.
La cooperazione ha quindi una doppia responsabilità, per la funzione educativa dei servizi che gestisce, e per la sua visione della società: oltre a fare impresa promuove giustizia, equità sociale e affermazione dell’individuo nello stare insieme e nello scambio reciproco.
I concetti di potere e sopraffazione non rientrano nel modello cooperativo, tanto più se guardiamo alla nostra realtà che è fatta di donne e da sempre consente il loro sviluppo professionale, l’autodeterminazione, l’autonomia.
Crediamo in un approccio educativo volto alla creazione di contesti inclusivi che favoriscano lo sviluppo del singolo, la sua tutela, la riduzione delle disparità, la promozione del benessere delle persone e la nascita di relazioni sane.
Un ambiente educativo che sensibilizza sulle tematiche importanti e non solo emergenziali, come ad esempio quelle legate alla violenza di genere, può influenzare positivamente le percezioni e il comportamento delle persone riducendo così il rischio di comportamenti violenti. Questo approccio di sistema volto alla costruzione di comunità educanti può fornire supporto e risorse per vittime e potenziali vittime, contribuendo a rompere il ciclo di violenza e consentire a chi la commette di intraprendere adeguati percorsi di riflessione e cambiamento, che portino ad assumersi la responsabilità delle loro azioni.
https://www.cadiai.it/cio-che-e-tuo-e-mio-fare-i-conti-con-la-violenza-economica/
Ciò che è tuo è mio. Fare i conti con la violenza economica
Il report di WeWorld e il contributo di Spazio Donna
“Quasi 1 italiano/a su 2 ritiene che le donne siano più spesso vittime di violenza economica perché hanno meno accesso degli uomini al mercato del lavoro”; “Il 49% delle donne intervistate dichiara di aver subito nella vita almeno un episodio di violenza economica. Il 67% tra le donne separate o divorziate”; “1 donna su 10 dichiara che il partner le ha negato di lavorare.”
Questi sono alcuni dei dati emersi dal sondaggio di opinione, realizzato da WeWorld condotto a settembre 2023, pubblicato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Il rapporto vuole fare luce su una delle forme di violenza contro le donne più subdola e meno conosciuta, concentrandosi sui risultati dell’indagine inedita realizzata insieme a Ipsos per valutare la percezione di italiani e italiane della violenza contro le donne e, in particolare, della violenza economica e dell’esperienza diretta.
Il rapporto mette in evidenza come la violenza contro le donne non sia un problema isolato: è un sintomo di disuguaglianze e atteggiamenti discriminatori che persistono nelle società di tutto il mondo. Norme culturali che continuano a considerare il privilegio maschile come la regola non fanno altro che rafforzare gli squilibri di potere e normalizzare i comportamenti abusivi.
In passato catalogata come una forma di abuso emotivo o psicologico, oggi la violenza economica è sempre più riconosciuta come un tipo distinto di violenza, caratterizzato da comportamenti e conseguenze peculiari.
Alla base della violenza economica, intesa come “tutti i comportamenti volti a controllare l’abilità della donna di acquisire, utilizzare e mantenere risorse economiche” troviamo il meccanismo di prevaricazione patriarcale da cui originano tutte le altre forme di violenza. In questo senso, la violenza economica si caratterizza per la sua dimensione di genere non solo perché le donne hanno maggiori probabilità di subirla, ma anche perché sono proprio quei sistemi economici e sociali basati sul controllo maschile a favorirla.
Gli effetti dell’abuso economico possono acquisire un peso maggiore e cumulativo quando questo è rivolto a persone soggette a forme multiple di discriminazione (donne dal background migratorio, appartenenti a minoranze, con disabilità, anziane, ecc.)
WeWorld da oltre 10 anni interviene con il programma Spazio Donna, di cui coordiniamo uno degli 8 centri sparsi per il paese: luoghi di emersione, prevenzione, fuoriuscita dalla violenza ed empowerment femminile.
Il dato quantitativo, per quanto fondamentale per inquadrare il fenomeno, misurarlo e orientare gli interventi, non sempre è in grado di restituirci le sfumature e le complessità delle singole storie. Per questo, a completare il rapporto, trovate le testimonianze di alcune donne che hanno partecipato alle attività del programma Spazio Donna, tra cui la voce di una donna che ha frequentato lo Spazio Donna di Bologna.
Ci troviamo in un momento cruciale, in cui le voci delle donne che hanno subito violenza sono diventate più forti e potenti, richiedendo non solo la nostra attenzione, ma la nostra azione perché riteniamo che senza interventi di prevenzione, senza una spinta verso la creazione di una nuova cultura, sarà sempre più difficile raggiungere una parità di diritti.
Vi lasciamo alla lettura del report, con le interviste e alcune raccomandazioni sviluppate da WeWorld per affrontare la violenza economica.
C.A.D.I.A.I. – Cooperativa Assistenza Domiciliare Infermi Anziani Infanzia Societa’ Cooperativa Sociale Soc. A R.L.
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