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Una “casa che non c’è” per ricordare Mario

Comunicato Stampa Piazza Grande Società Cooperativa Sociale

Bologna, 21 dicembre 2022 –

Una “casa che non c’è” per ricordare Mario, la persona senza dimora che l’altra notte ha perso la vita in strada, e per sensibilizzare la città al tema dell’emarginazione, stimolando pratiche di accoglienza concreta. Venerdì 23 dicembre alle ore 11 in via San Felice 24 verrà installata un’icona simbolica per rendere visibile quello che è accaduto e condividerne tutti il peso e gli interrogativi. “Casa, relazioni, comunità” è la scritta che segnalerà la “casa che non c’è”, per ricordare gli elementi fondamentali nel contrasto alla marginalità. “È la prima e vorremmo fosse l’ultima – spiega Ilaria Avoni, presidente di Piazza Grande – ci serve a dire che nella lotta alla povertà ci dobbiamo sentire tutte coinvolte. Ognuno può fare qualcosa: si può mandare una mail a instrada@piazzagrande.it per segnalare una persona che dorme fuori, o mettere a disposizione bevande calde per rendere il freddo più sopportabile, scambiare due chiacchiere con chi solitamente non viene visto, dare in affitto una casa per un progetto di accoglienza.

Ma soprattutto vogliamo ricordare Mario e i tanti che anche nella nostra città rischiano di restare invisibili e finire schiacciati dalle difficoltà, con questo atto vogliamo dar loro visibilità perché sia la comunità a prendersene cura.”


23 dicembre 2022, posizionata la prima Casa che non c’è, sperando che sia l’ultima. Per Mario e per tutte le persone in strada nella nostra città.

Discorso di Ilaria Avoni, Presidente di Piazza Grande cooperativa sociale

Mi hanno spiegato che i discorsi in pubblico per funzionare devono partire presentando un problema, una situazione difficile che sembra irrisolvibile.
Stamattina il problema è qui davanti ai nostri occhi, su questa panchina, dove il signor Mario, come aveva scelto di farsi chiamare da noi, è morto martedì.
La morte è un elemento imprescindibile dalla vita, certo provoca dolore, e rabbia, a volte coglie di sorpresa, però è nell’ordine naturale. E poi a 75 anni, certo l’età media è molto più lunga ora, ma non era certo giovane.
E allora cos’è che di fronte a questa notizia, a questo evento, ci colpisce come uno schiaffo a mano aperta?
Io penso, perché quando è morto Mario era su una panchina, da solo, di notte e non perché quella sera avesse deciso di farsi una passeggiata notturna, ma perché in strada ci viveva.
E questo violentemente e prepotentemente ci ricorda che nella nostra città ci sono persone che si ritrovano a vivere le loro giornate e la loro esistenza in strada, sotto i portici così accoglienti, ma non certo come le mura di una casa.
Direte, beh insomma come Piazza Grande dovreste averlo ben presente!
E’ così, ce lo abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni, e così tutte le realtà che in città si attivano, lavorano, portano avanti quotidianamente una lotta all’emarginazione: le istituzioni, comune e asp, il terzo settore dalla cooperazione all’associazionismo, ma questo evidentemente non basta.

E non solo per Mario, per cui incessantemente da tre giorni ci stiamo chiedendo, potevamo fare di più, potevamo fare meglio, potevamo fare diverso.
perché questo non lo sappiamo e non lo sapremo mai.
Ma per tutte quelle persone che in strada ci sono ancora e ci saranno, perché siamo consapevoli che dietro il processo di emarginazione c’è un sistema che esclude, che se non sei abbastanza ricco, puoi studiare fino a un certo punto, che se non sei abbastanza performante secondo gli standard del mercato trovi solo lavori precari e sottopagati e forse neanche quello, che se sei straniero spesso ti tiene in un limbo burocratico che non ti permette di accedere a servizi, che se hai una patologia psichiatrica ti tiene ai margini, se non hai rapporti con la tua famiglia ti trovi sola davanti alle difficoltà.
Se questo sembra insormontabile, non vogliamo e non possiamo arrenderci al fatto che è così.
Quello che serve secondo noi sono tre cose, quelle che abbiamo scritto qua

Casa, relazioni, comunità.
Casa, come luogo dignitoso e stabile da cui ripartire
Relazioni, perchè non è solo lo spazio fisico a restituire l’identità intera di persona, ma sentirsi connesse ad altre persone secondo i propri desideri, bisogni, capacità.
Comunità, perchè anche le persone senza dimora ne sono parte e tutte dobbiamo sentirci responsabili delle diseguaglianze del sistema e attivarci per creare una città che tenga dentro le differenze e si tenga stretta.

Oggi è un momento simbolico ma non vogliamo che sia autoconclusivo, perchè vogliamo tenere alta l’attenzione sul fenomeno e costruire un sistema alternativo che si prende cura reciprocamente l’una dell’altra.


Piazza Grande società cooperativa sociale
Piazza Grande società cooperativa sociale

Ilaria Avoni Presidente
Presidenza | Piazza Grande Società Cooperativa Sociale
via Stalingrado 97/2 – 40128 Bologna
http://www.piazzagrande.it