Rita Ghedini, presidente di Legacoop Bologna, perché un premio intitolato a Giacomo Venturi?
È stato un modo per riconoscere a Giacomo, oltre alle molte qualità di amministratore, anche la capacità di avere una visione politica a lungo termine, trasformata poi in progetti reali grazie al suo amore e alle sue forti relazioni con il territorio. Dopo la sua prematura scomparsa, per noi è stata anche l’occasione per ragionare insieme a istituzioni, università e comunità di giovani studenti e studentesse di trasformazioni e di rigenerazione urbana.
Come si inserisce il Premio nelle vostre traiettorie di sviluppo?
Le nostre cooperative sono pienamente coinvolte nelle grandi trasformazioni dei nostri tempi. Da quella sociale a quella digitale, passando per quella demografica. Interrogarsi sui nuovi bisogni, significa essere in grado di consegnare l’impresa cooperativa alle generazioni future.
Inoltre va ricordato che nella Città metropolitana, le nostre cooperative sono state protagoniste dei più importanti interventi di rigenerazione urbana.
Che anno è stato il 2024 per Legacoop Bologna?
È stato un anno positivo con un crescita sia in termini di fatturato che occupazionale. Ma è stato anche un anno caratterizzato dall’inflazione e da un’altra alluvione che ha impattato un territorio già segnato pesantemente. Le tensioni internazionali, la crisi dell’industria tedesca e il rischio dei dazi ci fanno temere che il 2025 sarà un anno molto complesso.