Silvia Cafora è ricercatrice e docente al Politecnico di Torino. Con la sua tesi di dottorato intitolata “Community-led housing development. A key ingredient for a new housing architecture and policy”, ha vinto un assegno di 5.000 euro nell’ultima edizione del Premio Calanchi e Turrini.
Come stai?
Vincere un premio dedicato a due persone così speciali è una cosa che sento molto, sono molto grata e molto fiera.
Di cosa si occupa la tua tesi?
Parte da una sensibilità personale legata alle questioni del diritto alla casa, un tema che è tornato nei discorsi politici e nell’impegno dei movimenti di attivismo civico.
Come mai?
Stiamo tornando indietro, a livello nazionale e internazionale comprare una casa sul mercato è un obiettivo sempre più irrealistico, soprattutto per le giovani generazioni che oggi diventano autonome sempre più tardi, cercano modi per stare a galla, si chiedono se mai saranno nelle condizioni di fare figli mentre hanno bisogno di una casa stabile e dignitosa. Purtroppo mancano risposte.
Cosa hai ricercato?
Cosa fanno le persone dal basso, le comunità locali. In italia e in Catalogna, a Berlino, in UK, Francia, Serbia, Grecia, Svizzera… per capire che la risposta che sta emergendo per un nuovo abitare accessibile è proprio quella del mutualismo.
Cosa significa?
In molti paesi nascono cooperative a proprietà indivisa, in cui la proprietà degli alloggi è comune e ogni socio ha la propria casa finché vuole, con un canone mensile più basso del mercato. Un abitare stabile ed economico. In Italia esiste già e in Europa ci prendono a modello.
Se ne parla poco?
Da noi c’è un grosso problema a fare nuova cooperazione indivisa, negli ultimi decenni la cooperazione è stata meno considerata dalla politica e le nuove generazioni quasi non la conoscono.
Un progetto che trovi esemplare?
Ce ne sono moltissimi. Stiamo nel sud Europa, a Barcellona, che aveva tantissimi problemi di accesso alla casa, come tante città, anche Milano, Bologna. C’è stato un movimento importante, nato dall’unione di una volontà politica forte e dalla spinta civica, da un progetto pilota ha già creato 20 edifici nel giro di 15 anni.