Claudia De Luca è la vincitrice del premio di 5.000 euro per la categoria dottori di ricerca del Premio Giacomo Venturi, grazie alla sua tesi di dottorato “Greening the city: an ecosystem-based framework to support planning towards urban sustainability and resilience”. Un lavoro che “prefigura nuovi modelli di governance e di valorizzazione degli spazi verdi urbani tenendo in considerazione non solo l’aumento della resilienza urbana ma anche principi di giustizia spaziale”, partendo dai casi studio di Bologna e Barcellona.
Claudia De Luca, qual è il tuo percorso?
Sono marchigiana ma vivo a Bologna da qualche anno. Mi sono laureata nel 2013 in Scienze ambientali all’Università Ca’ Foscari di Venezia con una tesi sul rischio alluvionale.
Poi ho fatto diverse esperienze all’estero, prima a Bruxelles, dove ho lavorato a un progetto di ricerca finanziato dalla Commissione Europea, e in seguito ho fatto una breve esperienza in gestione delle acque in quello che è il corrispettivo del Ministero dell’Ambiente della Commissione europea. Dopo ho lavorato due anni alle Canarie in uno spin off dell’Università di Las Palmas. Sono tornata in Italia grazie al gruppo di ricerca in Urbanistica della prof.ssa Tondelli del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, dove ho proposto un progetto di dottorato volto a studiare le città da un punto di vista climatico e sociale, con l’idea di comprendere come gli spazi verdi possano supportare la resilienza delle città al cambiamento climatico ma anche come possano offrire o togliere benefici a una certa parte di popolazione.
Qual è l’idea al centro della sua tesi di dottorato?
Quella di portare nella pianificazione urbanistica un approccio performance based, che fosse in grado di valutare quanti benefici (climatici, ambientali e sociali) lo spazio verde può apportare ai cittadini. Al di là della mera quantità dello spazio a disposizione. Quello che sostengo è che non è tanto la quantità che conta, ma è la qualità e la gestione dello spazio che può supportare o meno questo flusso di servizi ecosistemici.
Cosa farai dopo?
Sono molto contenta di aver avuto, con questo Premio, l’opportunità di entrare nel dibattito sulla rigenerazione urbana, che in questa regione è un tema molto importante poi, per quel che mi riguarda, ho ancora un contratto di ricerca per i prossimi due anni. Spero in qualche modo di riuscire a rimanere ma tengo aperte anche altre porte e altri spazi.