Bologna, 31 mar. 25 – Ci sono le tigelle e la gramigna da preparare, i dolci per la colazione da cuocere in forno. C’è il miele da invasettare ed etichettare, la lavanda da mantenere in ordine. Ci sono le lenzuola da portare in lavanderia e le camere da riordinare. Lavori e mansioni ripetitivi e rassicuranti, ma stagionali, per seguire e farsi accompagnare dal succedersi dei mesi. Il contesto ideale per accogliere, in sicurezza, anche le persone più fragili. È così che, a inizio 2025, l’Agriturismo Parco La Chiusa è diventato centro socio occupazionale su spinta dell’Azienda Usl di Bologna. Progettato e curato da COpAPS, la cooperativa agricola sociale attiva tra Bologna e Sasso Marconi che dal 2019 si occupa del Parco – dalla manutenzione del verde alla gestione di alcune strutture interne tra cui, appunto, l’Agriturismo –, questo nuovo centro socio occupazionale accoglie al momento due beneficiari svantaggiati. “Ne potremmo accogliere fino a 5 – spiega Elisabetta Pallotti, Presidente di COpAPS –: speriamo che questo progetto, di cui siamo molto orgogliosi, piaccia alle famiglie. L’Agriturismo Parco La Chiusa è la sintesi di tutte le nostre attività, un luogo protetto e libero dove autodefinirsi e coltivare autonomie”.
COpAPS nel 2024 ha festeggiato i primi 45 anni di attività: nacque, infatti, nel 1979 come cooperativa agricola con finalità sociali grazie a un gruppo di operatori agricoli, educatori Anffas, genitori di ragazzi con disabilità che desideravano, per i figli, opportunità reali di inclusione. L’idea era quella di creare un’azienda scuola in cui i ragazzi e le ragazze con disabilità potessero imparare a lavorare: in collaborazione con gli enti del territorio venne trovato un luogo ritenuto idoneo a Sasso Marconi, ancora oggi sede storia della cooperativa, in via Maranina 36. Oggi COpAPS conta 130 lavoratori, tra cui 37 svantaggiati, a cui si aggiungono 27 utenti fissi. “Le persone vengono indirizzate a noi dai servizi sociali, dall’Azienda Usl, alcuni arrivano in autonomia – spiegano Elisabetta Pallotti e Francesca Mantovani, responsabile comunicazione e consigliera della cooperativa –. Siamo partiti con la disabilità intellettiva, ci siamo allargati a diversi tipi di fragilità per andare incontro alle esigenze del territorio che si sono via via modificate nel tempo: persone con dipendenze, con disagio psichico, misure alternative.
“CopAPS – spiegano – è stata una delle prime cooperative in Italia a intuire la potenza della sinergia tra agricoltura, educazione, formazione e inserimento lavorativo di giovani con una disabilità, quella che oggi viene definita agricoltura sociale”. Prima cooperativa agricola con finalità sociali e poi, dal 2002, cooperativa sociale onlus B+A, negli anni Duemila consolida le attività di manutenzione del verde. Alla fine degli anni Novanta nasce, sempre a Sasso, l’Agriturismo e fattoria didattica “Il Monte”: qui dal 2009 il servizio “Percorsi Verdi” della cooperativa realizza attività agricole, culinarie e di cura del verde coinvolgendo 18 ragazzi con una disabilità medio medio/grave: “È anche un centro socio occupazionale: c’è un podere, ci sono centinaia di piante di lavanda. La raccolgono, la sgranano perché sia venduta in sacchettini. Preparano i loro pasti e le tigelle e la gramigna che serviamo in agriturismo”. Questi percorsi sono orientati verso una sempre maggiore autonomia degli utenti, così come il laboratorio di transizione al lavoro Cà del Bosco presso la serra garden. Nel 2014 nasce anche un piccolo gruppo appartamento, presso la sede di via Maranina, che oggi ospita 4 persone.
Nel 2019 ha aperto la Falegnameria Sociale San Lorenzo a Sasso Marconi che accoglie alcuni ragazzi dei Percorsi Verdi e tirocinanti di COpAPS. Il settore della manutenzione del verde abbatte e/o recupera alberi caduti che, invece di essere conferiti in discarica, vengono dirottati in falegnameria. A seconda del tipo di legno e delle dimensioni diventano panchine, portabici, staccionate, pannelli didattici e sedute per le aule all’aperto del Parco della Chiusa. “Il legno più pregiato è trasformato in complementi di arredo: l’agriturismo l’abbiamo arredato così. È così che si chiude la nostra storia di riciclo e inclusione: per noi la priorità è far sentire i ragazzi produttivi, in un contesto di benessere. I nostri soci fondatori avevano previsto tutto: l’agricoltura fa emergere i talenti. E noi intendiamo continuare a farlo, dando risposte sempre più puntuali al territorio: la nostra caratteristica principale, non per nulla, è la capacità di adattarsi al momento”.